venerdì 20 novembre 2015

Passi

Scatti di un mondo a noi così vicino eppure...
sempre più spesso ...così lontano
Viaggio fotografico nei miei ultimi anni



venerdì 6 novembre 2015

Camminare salva la vita, è scritto nel nostro Dna

Tratto da “ La Stampa “ del 10 novembre 2015
Camminare salva la vita, è scritto nel nostro Dna


Studio della London School of Economics: «È il moto più naturale. Mezz’ora al giorno a piedi meglio della palestra per cuore e dieta»

Alla London School of Economics, l’università che ha forgiato 37 Capi di Stato e 17 premi Nobel, non ci si occupa solo di economia in senso stretto. Tra i suoi corsi ce n’è anche uno in «Economia della salute», il cui scopo è in sostanza coprire come si può fare stare bene la gente spendendo meno. Gli esperti indagano da anni sulla materia, e hanno scoperto che per continuare a mantenersi in forma e in buona salute non è necessario iscriversi a una palestra. Non è nemmeno indispensabile faticare troppo: si può risparmiare anche nel sudore. Per ridurre sensibilmente il girovita e l’indice di massa corporea bastano infatti 30 minuti di passeggiata al giorno, che consentono di ottenere risultati migliori di chi fatica per ore sul tapis roulant, lo stepper e il vogatore.  La London School ha esaminato 50.000 pazienti tra il 1999 e il 2012 per verificare come il loro organismo reagisse agli esercizi da palestra confrontati con una regolare camminata. Una passeggiata di mezz’ora al giorno a passi svelti si è rivelata il modo migliore per perdere peso e stare in forma anche dal punto di vista economico, perché non costa niente. Inoltre, camminare è un’attività benefica soprattutto per le persone più anziane e si è rivelata eccezionalmente efficace nelle donne sopra i 50 anni, che dopo la menopausa cominciano a prendere peso. Oltre una certa età, non si è poi abbastanza in forma per affrontare gli impegnativi esercizi di una palestra e si tende a rinunciare ad ogni attività fisica. I risultati della ricerca sono stati commentati con entusiasmo dal professor Jim McKenna, che studia alla Beckett University di Leeds le attività motorie che hanno benefici sulla salute. «L’obiettivo - ha detto al Daily Express - dovrebbe essere sottoporsi continuamente a una spesa di energia. Non c’è alcun dubbio che esercizi continui e moderati diano risultati migliori di brevi e stressanti esercizi fisici. L’organismo umano è progettato per essere quello di un cacciatore-raccoglitore che svolge ogni giorno un’attività di basso livello per almeno 14 ore». D’altra parte l’uomo è in piedi da 4 milioni di anni, la camminata è inscritta nel nostro Dna. «Nella terza età - ha aggiunto la professoressa Caroline Abrahams, di Age Uk, un organismo di assistenza agli anziani - anche piccole quantità di attività fisica fanno la differenza e possono contrastare gli infarti, le cardiopatie e persino alcuni tipi di tumore». L’Oms raccomanda di svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica alla settimana, per almeno 10 minuti di seguito. Nei giovani basta a mantenere in forma l’organismo, negli anziani riduce la mortalità, la pressione arteriosa, il diabete di tipo 2 e il rischio di cadere. Le attività aerobiche consigliate, oltre alla passeggiata di mezz’ora ad andatura sostenuta, sono l’andare in bici, un doppio a tennis e persino il ballo liscio.  In Gran Bretagna, il National Health Service ha messo a disposizione dei cittadini una serie di video chiamati «Strenght and flex», che mostra come eseguire facili esercizi di moderata attività fisica in un parco, usando come appoggio un albero o una panchina. Aiutano a rinforzare la muscolatura, un’altra necessità spesso trascurata dagli anziani, e che aiuterebbe invece a garantire maggiore autonomia nella vita quotidiana.  La ricerca della London School of Economics farà arrabbiare molti personal trainer e gestori di palestre, i quali sostengono che ogni organismo è diverso dall’altro e i problemi da risolvere vanno analizzati e seguiti caso per caso. Ma le palestre sono sempre di più luoghi dove si socializza. Chi ha come obiettivi solo dimagrire e restare in forma, dicono gli economisti, farebbe meglio ad andare in palestra a piedi, e tornare subito indietro.

domenica 11 ottobre 2015

Orari autunno 2015

Eccovi i nuovi orari in vigore dal 1 ottobre 2015

Chivasso 
Lunedi ore 8:45
Lunedi ore 16
Venerdi ore 18
Ritrovo: ingresso piscina comunale

Saluggia 
Martedi ore 14
Martedi ore 20:30
Giovedì ore 14
Giovedì ore 20:30
Ritrovo : presso bar " Chalet " via ponte Rocca

Lezioni di prova gratis individuale o collettiva da concordare

Allenamento

L'allenamento-Principi-metodologici 

l'allenamento del fitwalking si poggia sui principi dell’allenamento delle discipline aerobiche ed è in modo particolare un fattore di continuità nell’esercizio.
Chi si allena per il fitwalking deve quindi camminare tutto l'anno.
Questo risultato è però frutto di adattamenti (ossia il frutto di un allenamento) che avvengono progressivamente e lentamente, affinché il carico di lavoro e le diverse metodologie utilizzate siano ben sopportati sul piano fisico e permettano un miglioramento del recupero e del successivo incremento di carico. I miglioramenti avvengono pertanto nella costanza del lavoro e non con sporadici, anche se duri, allenamenti. Se si eccede sopravvalutando la capacità di adattamento del nostro corpo con sforzi eccessivi, si va incontro ad affaticamento, lesioni e si riduce la possibilità di migliorare.
Bisogna alternare le intensità del lavoro permettendo di adattare il fisico a sollecitazioni intense e momenti di recupero. Questo bilanciamento di situazioni e stimoli allenanti fa parte del programma di allenamento e dell’utilizzo delle diverse metodologie di lavoro. Ecco perché assume molta importanza non incrementare in modo troppo deciso l'intensità dei nostri allenamenti; perché solo così, con un graduale adattamento agli stimoli allenanti i miglioramenti saranno duraturi.

Il recupero

Il recupero è assolutamente importante perché sarebbe impossibile allenarsi sempre con grande intensità e senza interruzioni. L'organismo umano ha la necessità di “metabolizzare” gli stimoli a cui viene sottoposto, pertanto necessita di un tempo di riflusso nel quale riadattare i livelli ai parametri allenanti ricevuti.
Questo momento di sintesi è appunto il recupero: attivo o passivo. Ossia attraverso il cosiddetto “lavoro rigenerativo” (termine usato nella metodologia dell’allenamento) o il riposo vero e proprio. Il soggetto già ben allenato trova ampiamente modo di recuperare anche attraverso il lavoro rigenerativo, mentre chi ha livelli di allenamento inferiori necessita anche di intervalli di riposo.
E’ molto importante imparare a conoscersi per meglio modulare l’allenamento. Ascoltando i segnali che il corpo manda (muscoli doloranti, difficoltà ad addormentarsi, affaticamento, inappetenza, ecc.) è possibile fare una prima valutazione del livello di carico svolto e della necessità di dare al fisico un po’ di pausa.
L’intensità della camminata, e di conseguenza l’impegno al quale viene sottoposto il corpo durante l’allenamento, è ben individuato attraverso la frequenza cardiaca. In base alla frequenza cardiaca utilizzata per l’allenamento (questo necessita di un test o di lavori di riferimento) è possibile determinare i diversi lavori da effettuare: lento, medio, veloce, che rimangono le tre grandi aree del rapporto tra velocità e lavoro cardio-circolatorio.
Il battito cardiaco può essere misurato attraverso specifici strumenti come ad esempio il cardiofrequenziometro. Un trasmettitore che misura il battito cardiaco istantaneo (attraverso una fascia toracica) e permette di leggerlo su di un terminale che, normalmente, è un orologio che si tiene al polso. Inizialmente si possono usare metodi più empirici come quello del controllo della respirazione attraverso la conversazione. Se si sta camminando così velocemente da non poter sostenere una conversazione, si deve rallentare (equivale al lavoro veloce).
Se la conversazione non è fluida ma sostenibile si possono fare lavori non eccessivamente prolungati. Se la conversazione è invece fluida e tranquilla il ritmo che si tiene permette di lavorare a lungo.
Per migliorare questi parametri è appunto necessario allenarsi frequentemente. Le qualità fisiche che determinano ogni prestazione sportiva sono diverse.
Anche nel Fitwalking è necessario, seppure con intensità e tempi diversi, allenarle tutte.

La classificazione più comune delle qualità fisiche comprende:

resistenza

forza

velocità

flessibilità

coordinazione


Anche il Fitwalking, come tutti i gesti motorio-sportivi ha bisogno in una certa percentuale di tutte queste qualità.

L'allenamentoUna progressione di stimoli che adattano il fisico e permettono di raggiungere gli obiettivi

Quando parliamo di allenamento per il fitwalking dobbiamo certamente distinguere tra i diversi approcci che le persone hanno nei confronti dell’attività. Possiamo quindi parlare di allenamento indirizzato a migliorare le qualità di camminatore, quindi semplicemente di rendere più efficiente ed efficace l’attività senza puntare a sviluppare particolari qualità sportive, come ad esempio nel caso del fitwalking life style.
Oppure di un allenamento finalizzato a stimolare il raggiungimento e il potenziamento di una buona forma fisica, sia dal punto di vista aerobico che muscolare, obbiettivi che si pongono, tendenzialmente con successo, gran parte dei praticanti.
Vi sono poi coloro che invece desiderano sviluppare progetti di allenamento già miranti ad incrementare le qualità sportive e l’ottenimento anche di prestazioni più elevate. Ciò che è importante per tutti è comunque che mai venga a mancare la continuità di esercizio, che potrà essere modulata nei modi diversi a secondo degli obiettivi che si vogliono ottenere. Chi si allena per il fitwalking deve quindi camminare tutto l'anno. L’allenamento è comunque sempre una ricerca di stimoli capaci di adattare il nostro fisico e di conseguenza ad ottenere quei risultati che ci si prefigge.
I carichi di lavoro e l’intensità dello stesso debbono essere equilibrati e inseriti in una progressione che segue i vari stadi di lavoro e di adattamento del fisico. Serve quindi pazienza e attenzione alla progressività di carichi e ritmi di allenamento, e nell’utilizzo delle diverse metodologie di lavoro classiche proprio dell’allenamento sportivo. In tutto ciò molta importanza assume anche il recupero, che permette di assimilare bene i diversi lavori e di permettere al fisico di reagire al meglio ai diversi stimoli. 
Il recupero

Come detto il recupero è assolutamente importante perché sarebbe impossibile allenarsi sempre con grande intensità e senza interruzioni. L'organismo umano ha la necessità di “metabolizzare” gli stimoli a cui viene sottoposto, pertanto necessità di un tempo di riflusso nel quale riadattare i livelli ai parametri allenanti ricevuti.
Questo momento di sintesi è appunto il recupero: attivo o passivo.
Ossia attraverso il cosiddetto “lavoro rigenerativo” (termine usato nella metodologia dell’allenamento) o il riposo vero e proprio.
Il soggetto già ben allenato trova ampiamente modo di recuperare anche attraverso il lavoro rigenerativo, mentre chi ha livelli di allenamento inferiori necessita anche di intervalli di riposo.
Naturalmente, a secondo del livello di allenamento che si utilizza, il recupero assume dimensioni ed importanza diversa. 
Cosa si deve allenare
Intensità e volume sono i due parametri fondamentali dell’allenamento a tutti i livelli. Il primo è dato dal ritmo, o dai ritmi, con il quale sosteniamo le diverse tipologie di allenamento; il secondo è la quantità che utilizziamo nell’allenamento. Per migliorare questi parametri è appunto necessario allenarsi frequentemente e miscelare con accuratezza i lavori da svolgere. In un programma di allenamento possiamo stimolare le seguenti caratteristiche:

resistenza

forza

velocità

flessibilità

coordinazione


Anche il Fitwalking, come tutti i gesti motorio-sportivi ha bisogno in una certa percentuale di tutte queste qualità.
L'allenamento per la resistenza

Parliamo di resistenza come della singola capacità di dare durata ad uno sforzo nel tempo e ad intensità sempre maggiori, e senza che si registrino particolari abbassamenti di livello nel controllo neuromuscolare del gesto.
La prestazione nel Fitwalking non è tale da paragonarsi a quelle dei maggiori livelli agonistici delle principali discipline aerobiche: marcia, corsa, ciclismo, sci di fondo, nuoto di durata etc…, naturalmente quando anche queste non siano svolte semplicemente ai fini del raggiungimento di un livello wellness e fitness soddisfacente.
La disponibilità di energia è la possibilità che i muscoli hanno di disporre di energia per lavorare efficacemente ed è legata ai meccanismi aerobico ed anaerobico lattacido. L’utilizzazione dell'energia è invece la capacità di gestire il movimento attraverso un buon rendimento meccanico, ciò è determinato da fattori tecnici e stilistici e da caratteristiche anatomiche e funzionali (coordinazione, elasticità e flessibilità).
L'allenamento della resistenza, essendo il fitwalking uno sport aerobico prolungato, è fondamentale per il fitwalker di qualsiasi livello, e viene utilizzato sempre, a prescindere dagli obiettivi che ci si pone. 
L'allenamento per la forza

Al fine di rendere ottimale la resistenza è indispensabile che l’azione di fitwalking sia la più economica possibile.
Gli allenamenti di forza migliorano l'apporto di ossigeno ai muscoli, aumentando la tolleranza ad una più alta concentrazione di lattato nel sangue, con una conseguente maggiore capacità di recuperare la fatica degli allenamenti.
Essi garantiscono poi un elevato mantenimento della forza e tonicità muscolare.
La forza muscolare per il Fitwalking può essere migliorata attraverso 3 metodi: 

• aumentare l'intensità dell'allenamento incrementando la velocità; la velocità forzerà l'organismo ad utilizzare un maggior numero di fibre muscolari
• aumentare la resistenza dell'allenamento introducendo un maggior numero di salite; il Fitwalking in salita fa lavorare i muscoli più duramente, rendendoli più forti 
• includere nel programma di allenamento anche l'uso dei sovraccarichi; ma questa metodologia necessita di particolari attenzioni al fine che non intervengano squilibri posturali dovuti a un non corretto utilizzo dei sovraccarichi.

Non è pertanto necessario utilizzare pesi o macchine per la forza nell’allenamento del fitwalking. L’utilizzo di allenamenti in salita, ossia cosiddetti a sovraccarico naturale, sono più che sufficienti per allenare la forza e stimolare la tonicità muscolare in chi pratica fitwalking. 
La velocità

In un ideale programma di allenamento per il Fitwalking, l’utilizzo dei mezzi allenanti per la forza e la velocità dovrebbero attestarsi ad un massimo del 20% complessivo; mentre quelli per la resistenza coprono il restante 80% del lavoro.
Per chi inizia, o ha iniziato da poco a praticare fitwalking, oppure tende semplicemente a mettersi informa o potenziare la propria forma fisica tale regola non vale. Dovrà quindi, se decidesse di utilizzare lavori di forza e velocità, ridurre ancora tale rapporto a favore della resistenza, ossia la capacità di camminare continuativamente più a lungo.
Il miglioramento della velocità è quindi anche conseguenza di un miglioramento della resistenza, in quanto si sarà in grado di consumare meno a velocità inferiori, ma pur sempre qualitativamente importanti e a volte superiori come media di velocità a ciò che si era in grado di fare sviluppando punte di velocità inferiori, e quindi ad aumentare la capacità di percorrere più strada. 
La flessibilità

E' la capacità di eseguire movimenti di ampiezza elevata.
A differenza delle altre qualità fisiche, tende a essere massima alla nascita e a decadere con l'età.
La flessibilità è la risultante di due componenti: l'elasticità muscolare e la mobilità articolare. Gli stimoli allenanti possono modificare la flessibilità sia in senso positivo che negativo; l'allenamento specifico, in modo particolare lo stretching, nel tempo fornisce buoni margini di miglioramento.
La coordinazione

E' la capacità di eseguire correttamente movimenti più o meno complessi.
Maggiore è il numero e la complessità di questi, e maggiore è il livello coordinativo espresso.
Nel Fitwalking non è richiesta una capacità coordinativa particolare, però la necessità di ottenere un gesto tecnico economico per poter avere un consumo energetico migliore e un incremento delle velocità adeguato richiedono un continuo adattamento del gesto e ottime capacità neuromuscolari che sono aiutate da una buona coordinazione. 
Infortuni e malattie

Come è noto il Fitwalking contribuisce a mantenersi in salute e a stare fisicamente bene.
Durante un’attività fisica bisogna però imparare ad accettare l'inevitabilità di un infortunio o di una malattia e far sì che ciò non pregiudichi il proseguimento della pratica del Fitwalking.
Il modo migliore e più sicuro per evitare gli infortuni è di camminare regolarmente e non utilizzare carichi e programmi di lavoro eccessivi, ossia muoversi con prudenza.
Al fine di evitare infortuni o comunque limitarne l’insorgenza bisogna porre attenzione ad alcuni aspetti e situazioni, come ad esempio:
  • Biomeccanica. Una cattiva esecuzione del gesto atletico ha ripercussioni su tutto il corpo, dai piedi alla schiena.
  • Scarsa elasticità. La maggioranza degli atleti che praticano sport di endurance non dedica tempo sufficiente allo stretching, preferendo sempre fare qualche chilometro in più.
  • Allenamento sbagliato. Un eccesso di allenamenti sempre uguali (troppo veloci, oppure troppo lunghi, con troppa salita o troppa discesa) sollecita troppo il nostro organismo che invece ha bisogno di cambiare gli stimoli che riceve per non usurarsi e ammalarsi.
  • Condizioni atmosferiche. Il freddo. L'atleta che cammina quando fa freddo ha minore elasticità e quindi è più vulnerabile agli infortuni.
  • Condizioni atmosferiche. Il caldo. I problemi che derivano dal caldo eccessivo negli sport di resistenza sono i crampi muscolari, le vesciche, l'affaticamento improvviso, la disidratazione
  • Scarpe. Le scarpe dovrebbero aiutare prevenire gli infortuni. La scelta di una scarpa sbagliata può diventare causa di problemi. Le scarpe devono offrire flessibilità, ammortizzamento, supporto, e devono essere della misura giusta.

Conclusione 

Fare bene Fitwalking, specialmente se si coglie il suo vero spirito sportivo di attività specifica del mondo del walking, non significa solo percorrere chilometri più o meno velocemente, ma raggiungere l’obiettivo che ci si è posti (efficienza atletica, benessere fisico, dimagrimento, ecc.). Ecco perché conoscere le basi della preparazione e dell’allenamento aerobico è importante e permetterà a chiunque di dare sempre più struttura alla propria attività. Utilizzare un programma ben strutturato, effettuare periodicamente dei test di efficienza (da campo o attraverso verifiche tecniche), essere seguiti nello sviluppo del gesto tecnico da un istruttore qualificato, conoscere i propri livelli prestativi aiuterà a fare sempre meglio il fitwalking e con crescente soddisfazione.

tratto da FITWALKING.IT

Fitwalking

Il cammino base tecnica per il Fitwalking

Il cammino è un movimento che si compie attraverso la ripetizione ciclica delle azioni.
Un ciclo (o falcata) di cammino è suddiviso in due passi, il che vale a dire che una falcata completa ha inizio con il contatto di tacco di un piede e si conclude con un nuovo contatto di tacco dello stesso piede.

Il passo è invece la distanza che intercorre tra i due piedi (termine della spinta col piede posteriore, e contatto di tacco del piede avanzante) ed esso, come detto, rappresenta la metà dell’intero ciclo di cammino.
Avvicinarsi alla tecnica del fitwalking significa pertanto rendere il modo di camminare sufficientemente efficace da potersi muovere ad una elevata velocità mantenendo una gestualità naturale.

E’ chiaro che utilizzando un passo più vigoroso verranno impegnati maggiormente alcuni distretti muscolari ed accentuati alcuni movimenti, motivo per cui si acquisirà l’azione tipica del fitwalking.
Per iniziare ad acquisire una buona tecnica dovrete innanzitutto individuare la giusta postura e, via via, ottenere confidenza con questo tipo di azione.

Un buon 
fitwalker non cammina impettito come un soldatino di piombo, il suo movimento è molto armonioso e finalizzato alla ricerca di un’ottima spinta atta a favorire la fase di accelerazione del corpo. Il passo deve essere equilibrato, né troppo lungo né troppo corto, ma ben bilanciato rispetto ad altezza e lunghezza degli arti.
Il tronco deve assumere una posizione eretta e le spalle devono assumere una atteggiamento rilassato senza però cadere come un peso sul busto. 
La tecnica del Fitwalking

Quando avrete iniziato ad acquisire un naturale ed efficiente cammino – i tempi per ottenere questo non sono generalmente lunghissimi – potrete affinare il movimento per ottimizzare la tecnica del fitwalking.
In generale per tutti, anche per coloro che la useranno saltuariamente preferendo la camminata normale, acquisire i principi basilari della tecnica del fitwalking risulterà positivo, in quanto sarà possibile migliorare in modo evidente la capacità di gestire e governare i diversi aspetti del gesto del cammino, con indubbi vantaggi per quanto concerne l’efficacia del movimento, la sua economia e l’efficienza fisica.
La tecnica del fitwalking rappresenta l’apprendimento di alcune piccole azioni ed impostazioni che aiutano il corretto modo di camminare a trasformarsi in azione di maggior incisività, rapidità ed efficienza. 
I piedi 
Il piede svolge un ruolo molto importante.
Esso governa un po’ tutti i movimenti che gambe, bacino, tronco, braccia e spalle faranno nel corso dell’azione di fitwalking.
Il contatto del suolo con il tacco deve essere ben accentuato in modo da permettere al piede di compiere con eleganza il passaggio verso l’appoggio di piena pianta e la successiva spinta.
La posizione corretta del piede nel momento dell’appoggio a terra è leggermente esterna, posizione che sarà mantenuta sino al completo appoggio a terra sino al raggiungimento del massimo punto di spinta.

PIEDI

Le gambe 
Il movimento delle gambe deve essere energico in modo da sentire il lavoro dei muscoli.
La loro azione è divisa tra fase di sostegno e fase di spinta. La fase di sostegno contribuisce ad aiutare il piede nel sostenere il corpo in tutto il suo movimento, dal contatto di tacco sino alla spinta.
La fase di spinta sfrutta la completa “rullata” del piede e attraverso l’intervento dei muscoli posteriori della coscia da vigore all’avanzamento.

GAMBE

Le anche e il tronco 
Il bacino ed il movimento delle anche permettono al passo di sviluppare la giusta velocità e di mantenere fluida ed armonica l’azione. E’ quindi molto importante imparare a muoversi con naturalezza a livello del bacino. Un movimento ampio ed armonico del bacino rende l’azione di fitwalking fluida ed il gesto elegante.
Una buona azione del bacino tonifica inoltre i muscoli laterali del tronco e il girovita con indubbi vantaggi anche di tipo estetico. Il bacino è la cerniera tra l’azione degli arti inferiori e la parte superiore del corpo.
Il tronco deve trovarsi sempre in asse con le gambe formando una linea continuativa tra gambe e busto.
Se il busto è proiettato in avanti, ma il bacino si mantiene arretrato l’azione non sarà armoniosa ed elegante, mentre un arretramento eccessivo rallenta notevolmente l’avanzamento.

TRONCO

BRACCIALe braccia 
Le braccia sono un formidabile aiuto all’impulso della camminata.
Il movimento oscillatorio delle braccia nell’azione di fitwalking avviene piegandole sino a circa 90° al gomito, ossia ad angolo retto.
In effetti il movimento braccia/gambe è un armonioso insieme che trova una perfetta sincronia e induce tutta l’azione a farsi più vigorosa. In un corretto movimento le braccia oscillano avanti ed indietro, con un’azione contro-laterale in modo che quando la gamba destra avanza il braccio sinistro avanza pure lui e viceversa, e a tempo perfetto rispetto alla lunghezza e frequenza del passo. Esse avanzano ed indietreggiano con vigore disegnando un ampio arco.
Il gomito indietreggia sin quasi al livello della spalla, mentre la mano raggiunge un ipotetico punto centrale tra ombelico e sterno. Le mani sono tenute lievemente socchiuse, ma non strette a pugno.
SPALLELe spalle 
Le spalle assecondano il movimento delle braccia e devono posizionarsi in modo da cadere morbidamente verso il basso. Ricordatevi inoltre di non piegarle in avanti o eccessivamente indietro.
Il busto va mantenuto ben eretto (non impettito). Non dovete mai avere l’impressione di accartocciarvi su voi stessi, ma piuttosto quella di essere ben saldi sulle gambe, eretti nel busto, rilassati e liberi nel movimento delle braccia e nella posizione delle spalle.
Il collo e testa
Il collo e la testa formano un tutt’uno che incide in modo importante sulla postura. La testa deve pertanto essere mantenuta ben dritta avendo la sensazione di aiutare in questo modo tutto il completo allungarsi della colonna vertebrale.
E’ importante che questa posizione venga assunta con grande naturalezza senza che l’intenzione di muovere il capo verso l’alto irrigidisca la parte superiore del corpo.

Tratto da :FITWALKING:IT

sabato 10 ottobre 2015

Fidal e Fitwalking

La FIDAL riconosce ufficialmente il FITWALKING

 

Venerdì  31 Gennaio il Consiglio FIDAL ha deliberato l’accordo con il fitwalking per l’inserimento della specialità nel settore non agonistico della Federazione.
Questo nuovo settore federale raccoglie le discipline definite affini e che si riconoscono nell’atletica leggera.
Il fitwalking, certamente è in questo momento una delle attività del mondo non agonistico più affini alle tradizionali discipline dell’atletica e in particolare a quella della marcia, e con l’inserimento e il riconoscimento federale sarà possibile avviare iniziative innovative per unire la tradizione del mondo sportivo atletico con il crescente interesse e sviluppo dell’ambito popolare.
L’accordo Fidal / Fitwalking ha una particolarità che lo distingue e lo caratterizza: si tratta del comune obiettivo di affiancare (al momento in forma sperimentale) in alcuni eventi le due attività della marcia e del fitwalking. Ciò proprio nell’ottica tradizionale del progetto fitwalking che, a diversità di altre realtà del mondo del camminare che hanno puntato il loro sviluppo finalizzandolo sulla formazione, il fitwalking ha voluto vedere invece nella formazione dell’istruttore il primo divulgatore della disciplina puntando quindi su di un’ampia diffusione della pratica. “Il fitwalking - come ha dichiarato Maurizio Damilano, ideatore e promotore del fitwalking in Italia – trova in questo accordo con Fidal il miglior modo per evidenziare la sua natura di disciplina sportiva del camminare, seppure con finalità non agonistiche, e trovando quindi spazio nella sua casa naturale, l’atletica leggera”. Del resto da sempre il fitwalking ha identificato nei marciatori i migliori e più diretti riferimenti del “camminare bene”; inoltre molti esponenti del mondo della marcia sono tra gli estimatori ed i divulgatori del fitwalking.
L’interesse del mondo della marcia e degli ex marciatori non vale però solo per l’Italia, difatti da alcuni mesi è stata fondata l’Associazione Internazionale di fitwalking denominata I.F.A. (International Fitwalking Association) i cui referenti in diversi paesi sono ex campioni del mondo della marcia. In Italia i fratelli Damilano, in Spagna Ducceschi e Llopart, in Germania Hartwig Gauder, in Giappone Fumio Imamura. Oggi stanno avvicinandosi al fitwalking paesi come la Cina che ha già organizzato eventi specifici a fianco di gare di marcia e ripeterà l’esperienza anche in occasione della Coppa del Mondo 2014, e la stessa Russia, paese leader del movimento, che si sta fortemente interessando a questo fenomeno che collega la pratica di alto livello (ma dai numeri spesso ridotti) con quella popolare e di massa, ricreando per certi versi le stesse suggestioni che creò l’idea di “maratona per tutti” ad inizio anni settanta. L’accordo con la Fidal è pertanto un passo storico che potrà portare uno sviluppo per entrambe le realtà e qualificare gli aspetti popolari che il mondo della marcia ha in se connaturati e che con il fitwalking, e nei contesti più adatti, potrà rilanciare. Gli eventi di massa sono certamente una prospettiva molto interessante per lo sviluppo della pratica motorio sportiva, e divengono occasione di accesso al mondo dello sport quando riescono a fondersi con l’attività tradizionale, ecco il perché dell’importanza di questo accordo dal punto di vista sportivo. Sarà però anche il sistema in generale a ricavare benefici da tale accordo. A partire dall’importante mondo degli istruttori che vedranno così qualificato il loro status con una certificazione che non sarà solo più associativa ma istituzionale dal punto di vista sportivo. Il riconoscimento di istruttori Fidal / Fitwalking offrirà l’opportunità di una qualifica federale di prestigio e di qualità.

“L’orgoglio del mondo fitwalking per questo accordo è quindi molto evidente – come ricorda ancora Maurizio Damilano - , ancor più in quanto si esalta quel ruolo del cammino sportivo popolare, da noi chiamato fitwalking, con una paritetica collaborazione con Fidal rivolta anche a ufficializzare quei grandi numeri che il fitwalking può esprimere e che tutti ci auguriamo possano quanto prima essere nucleo portante di un tesseramento Associativo e Federale di grande rilevanza”